Sempre più frequentemente, alle Imprese, o ai Professionisti, accade di lavorare, senza vedersi saldare le proprie fatture, con conseguente perdita del credito maturato.
La crisi di liquidità porta le Imprese ad indebitarsi con le Banche, e, a lungo andare, può pregiudicare la stessa esistenza dell’Impresa.
Ecco perchè è essenziale “curare” le proprie posizioni creditorie, prima che sia troppo tardi : non è infrequente, infatti, che una Società diventi insolvente o fallisca, trascinando con sè anche le proprie creditrici.
Il recupero crediti, tuttavia, seppure sia un’attività, talvolta, svolta da Soggetti privi delle necessarie competenze, ha le sue regole.
Recuperare un credito : iter e costi
- FASE STRAGIUDIZIALE
- (in caso di mancato recupero del credito a seguito della prima fase) OTTENIMENTO DI UN TITOLO ESECUTIVO, E NOTIFICA DELLO STESSO AL DEBITORE
- (in caso di mancato recupero del credito a seguito della notifica del decreto ingiuntivo) NOTIFICA DELL’ATTO DI PRECETTO AL DEBITORE
- (in caso di mancato recupero del credito a seguito della notifica dell’atto di precetto) PIGNORAMENTI volti al recupero del credito
La prima fase non presenta costi “vivi” (ad eccezione delle eventuali spese postali), ma potrebbe facilmente non sortire effetti.
Per quanto riguarda la seconda fase, sarebbe ideale essere in possesso di assegni o cambiali emessi dal debitore, che costituiscono, di per sè, titoli esecutivi.
In mancanza di un assegno o una cambiale, sarà indispensabile richiedere al Tribunale o al Giudice di Pace competente, con l’assistenza di un Avvocato, l’emissione di un decreto ingiuntivo.
L’emissione di un decreto ingiuntivo, tuttavia, presenta dei costi, consistenti nelle marche da bollo da versare per l’iscrizione a ruolo e per il rilascio delle copie autentiche del titolo, e nelle spese di notifica dell’atto.
E’ bene sapere, inoltre, che i costi aumentano proporzionalmente al valore del credito da recuperare; ad esempio, per crediti di valore superiore a 1.033 €, è dovuta un’imposta di registro sul decreto ingiuntivo, di valore pari o superiore a 400 €.
La notifica dell’atto di precetto, invece, non presenta particolari costi, se non le eventuali spese postali della spedizione dell’atto, pari a circa 10,00 €.
Infine, la fase più delicata, ossia, la fase esecutiva.
E’ importante scegliere quale pignoramento promuovere nei confronti del debitore, per avere maggiori chances di recuperare il credito : si può procedere, ad esempio, ad un pignoramento mobiliare, dei beni del debitore (tavoli, macchinari, automobile…), o al pignoramento del conto corrente.
Extrema ratio, infine, è il pignoramento immobiliare, che presenta dei costi molto alti, ed è consigliabile esclusivamente per recuperare crediti di valore rilevante.
Dalla diffida stragiudiziale al pignoramento : i costi
Di seguito, si fornisce una tabella delle spese vive necessarie per procedere al recupero di un credito, nell’ipotesi in cui non si disponga di un assegno o di una cambiale sottoscritta dal debitore, e non si intenda procedere ad un pignoramento immobiliare, dalla fase stragiudiziale, fino al momento del pignoramento :
Valore del credito da recuperare | Spese vive necessarie |
inferiore ad € 1.033,00 | € 80,00 (circa) |
compreso tra € 1.033,00 ed € 1.100,00 | € 90,00 (circa) oltre all’imposta di registro del decreto ingiuntivo |
compreso tra € 1.100,01 ed € 5.200,00 | € 130,00 (circa) oltre all’imposta di registro del decreto ingiuntivo |
compreso tra € 5.200,01 ed € 26.000,00 | € 200,00 (circa) oltre all’imposta di registro del decreto ingiuntivo |
compreso tra € 26.000,01 ed € 52.000,00 | € 350,00 (circa) oltre all’imposta di registro del decreto ingiuntivo |
compreso tra € 52.000,01 ed € 260.000,00 | € 450,00 (circa) oltre all’imposta di registro del decreto ingiuntivo |
Lo Studio Legale Savini da quasi 10 anni svolge attività di recupero del credito in favore delle imprese e dei Professionisti.